Fra travestiti e malati
di Aids, vittime della tratta e cartoneros
Il primo viaggio tra i
poveri di papa Francesco
nel nuovo libro di
Pierfrancesco De Robertis
Le pecore di Bergoglio.
Le periferie di Buenos
Aires svelano chi è Francesco
(EMI)
Bologna, 16 settembre 2014
Ci sono le testimonianze di quando il cardinale Bergoglio
celebrava la messa fra travestiti, malati di Aids e omosessuali in un ospedale
di Buenos Aires; viene raccontato il sostegno alle vittime della tratta, piaga
diffusa in Argentina e da lui più volte denunciata pubblicamente; sono riferiti
i tanti aiuti a quanti (cittadini, poliziotti, attivisti…) sono stati
minacciati di morte per il loro impegno contro il nuovo schiavismo; vengono
intervistati i preti di strada (curas villeros) delle baraccopoli della
capitale, il «fiore all’occhiello» dell’impegno pastorale del futuro pontefice che
vuole una chiesa «in permanente stato di missione».
È un grande affresco sul campo quello scritto da
Pierfrancesco De Robertis, giornalista del Quotidiano nazionale, nel suo libro Le
pecore di Bergoglio. Le periferie di Buenos Aires svelano chi è Francesco
(Editrice Missionaria Italiana, pp. 112, euro 13,00,
in libreria da questa settimana). Un’inchiesta con numerosi
incontri personali effettuati durante un lungo soggiorno in Argentina alla
ricerca di quelle «pecore», ovvero tantissime persone che hanno avuto
rapporti personali, relazioni sociali o di impegno pastorale con Jorge Mario
Bergoglio.
«Passando per le villas miseria di Buenos Aires,
parlando con quanti lo hanno conosciuto, si comprende tutto ciò che Francesco è
oggi - scrive De Robertis -: la chiesa dei poveri, la chiesa di prossimità,
l’uso di automobili modeste, la croce di ferro, i sacramenti come rimedio e non
premio, la comunione ai divorziati, la chiesa come “ospedale da campo”».
Particolarmente avvincenti sono le pagine dedicate all’impegno
di Bergoglio contro la tratta di esseri umani. De Robertis riferisce con
dovizia e precisione i drammatici racconti di Gustavo Vera, leader dell’ong La
Alameda, il principale ente sociale argentino a favore delle vittime; di
Nancy Miño, un’agente di polizia che ha denunciato corruzione e complicità
delle istituzioni pubbliche; di Lorena Martins, figlia di un tristemente noto
trafficante di prostitute.
Per tutte queste persone Bergoglio assicurò protezione,
sostegno e appoggio da parte della chiesa. «Bergoglio incontrò pubblicamente
parecchie persone minacciate di morte, per garantire loro un riparo, per
offrire un sostegno morale e, quando possibile, un aiuto economico - scrive
l’autore -. Per fare questo usciva dall’arcivescovado da solo e andava a
salutarle nelle case in cui avevano trovato rifugio. Tutto ciò occupava la sua
agenda in maniera cospicua».
In allegato la copertina del libro.
Pierfrancesco De Robertis, Le pecore di Bergoglio. Le
periferie di Buenos Aires svelano chi è Francesco, Collana Vita di
missione, Editrice Missionaria Italiana, pp. 112, euro 13,00.