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Napoletango
Musical latino-napoletano
Teatro Carignano di Torino
dal 30/12/2010 al 06/01/2011
Ideato e diretto da Giancarlo Sepe con un tema originale di Luis Bacalov
con (in ordine alfabetico) Stefano Capitani, Susy Del Giudice, Sergio Di Paola, Cristina Donadio, Barbara Folchitto, Antonio Gargiulo, Elena Gigliotti, Cristina Messere, Francesco Moraca, Pablo Moyano, Raffaele Musella, Matteo Nicoletta, David Paryla, Giorgio Pinto, Caterina Pontrandolfo, Dora Romano, Marcela Szurkalo, Nella Tirante, Luca Trezza.
Scene e costumi Carlo De Marino
Luci Umile Vainieri
Colonna sonora a cura di Harmonia Team con musiche originali di Davide Mastrogiovanni
Aiuto regista Domenico De Santi
Assistente ai costumi Vita Barbato
Nuova Teatro Eliseo, Napoli Teatro Festival Italia
Napoletango è il nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe che da diversi anni lavora facendo confluire sul palcoscenico le immagini e la musica attraverso il linguaggio teatrale. Lo spettacolo racconta la storia della turbolenta famiglia degli Incoronato nota in tutta Napoli per una passione che coltiva da sempre: il tango. «Essa si sposta - scrive Sepe - come un chiassoso circo familiare, viene chiamata per cerimonie religiose e feste di paese. Essa è la prova vivente della specializzazione dell’artista, e la specializzazione è il tango. Non il valzer, non la samba, non il fox-trot o il liscio, ma il divino, tragico e sensuale tango argentino. Come lo abbia imparato e da chi è un vero mistero. Sta di fatto che ormai da quattro generazioni la famiglia Incoronato detta legge in materia, le sue invenzioni, il suo ritmo, l’originalità delle figure e la fastosa ridondanza dei corpi che si muovono hanno colpito il mondo intero e hanno creato proseliti un po’ ovunque. Nella compagnia serpeggiano capigliature nere come la pece e vestiti aderenti che fasciano corpi e menti, la loro ispirazione, come appare, è costante e tale da motivare ogni singolo gesto, anche il più elementare, il più quotidiano come il mangiare, il bere, il dormire e finanche il camminare». A ritmo di Gardel, Santaolalla, Pugliese, Piazzolla lo spettatore partecipa alle vicende dei personaggi e con esse ad alcuni importanti frammenti della storia d’Italia, dal dopoguerra al boom economico. «C’è il tango della sveglia, quello della colazione, - spiega Sepe - del lavoro, del rientro a casa, quello dell’amore, della lite, della guerra, e poi ancora tango per le feste comandate, processioni religiose, natali e capodanni. Lo spettacolo è un inno alla vita senza i freni della cultura borghese e senza la ricerca affannosa della bellezza, oggi la vera discriminante tra ciò che conta e ciò che va buttato via».
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